Sbiancamento dentale

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La tecnica di sbiancamento dentale, sempre più richiesta negli ultimi decenni, è una tecnica che consente, mediante trattamento chimico con o senza foto attivazione,l’ottenimento di un valore cromatico più chiaro rispetto al colore di partenza di un dente.
Occorre fare una premessa che servirà a spiegare meglio come il dente può assumere pigmenti diventando più scuro.
La pigmentazione estrinseca è quella che deriva dalla deposizione di solidi o liquidi alimentari, di sangue, che da un fenomeno infiammatorio può raggiungere e stagnare sulla superficie del dente ed infine dal fumo. Le sostanze colorate si depositano principalmente nello spazio che divide microscopicamente i prismi dello smalto; in queste fessure si accumulano deviando la normale rifrazione della luce in quel punto e manifestando così un aspetto più scuro della superficie del dente. Le porzioni di radice che a volte vediamo esposte nelle erosioni al colletto dentale, non sono rivestite di smalto e presentano spesso in assenza di cemento radicolare una superficie con milioni di piccoli fori che rappresentano l’imbocco dei cosiddetti tubuli dentinali. Quelli che ci danno il fastidio del freddo quando beviamo acqua fredda o mangiamo un gelato. La radice quindi è in grado anche essa di assorbire pigmenti, proprio per via della struttura appena spiegata. Solitamente appare ancora più scura rispetto allo smalto.
La pigmentazione intrinseca, invece, deriva dalla deposizione di sostanze, in fase prenatale o nella primissima fase di vita, nella struttura ancora in formazione dello smalto dentale. Antibiotici come le tetracicline sono fra i primi responsabili dell’effetto grigio violaceo ed a bande orizzontali di molti pazienti che hanno assunto tale sostanza in grembo o nei primi momenti della loro infanzia.
Il Fluoro preso in eccesso è invece il responsabile di una anomala formazione dello smalto che apparirà poroso e con macchie marroni o nere molto scure e con aspetto maculato. Le aree geografiche vicine a risorse idriche potabili da falde vulcaniche presentano popolazioni che presentano spesso questo fenomeno meglio conosciuto come “fluorosi”
Lo sbiancamento di queste pigmentazioni intrinseche è molto difficile da ottenere e quasi sempre richiede tecniche alternative e più invasive per risolvere esteticamente appieno il sorriso.
Lo sbiancamento delle macchie estrinseche si ottiene in diversi modi ma sostanzialmente con sostanze chimiche sempre uguali: I PEROSSIDI.
Il perossido di idrogeno e il perossido di carbamide sono i prodotti più utilizzati. Variando le concentrazioni ed aggiungendo a queste sostanze l’ausilio di irradiazioni luminose a particolari frequenze ed intensità, possiamo ottenere la rimozione dei pigmenti dalle superfici di smalto e dentina mediante ossidoriduzione, ridonando così,il giusto colore al dente. Le tecniche possono essere applicate domiciliarmente con l’ausilio di mascherine personalizzate che mantengono il perossido a contatto dello smalto; non essendo sotto il controllo del medico, tali metodiche usano perossidi a bassa concentrazione e per periodi di applicazione piuttosto lunghi. ( 8 ore consecutive per 15 giorni). Le tecniche professionali alla poltrona consentono l’uso di sostanze ossidanti ad alta concentrazione ma con tempi ridottissimi. ( 1 o 2 sedute di un’ora ).

 

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